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La nuova IVA europea e nazionale. Dal regime transitorio al definitivo di Paolo Centore

Dal 1° gennaio 2010 entrano in vigore le modifiche all’IVA determinate dalla dir. 2008/8/CE, 2008/9/CE, 2008/117/CE, recepite con D.Lgs. 11 febbraio 2010, n.18.

Il tratto essenziale della riforma è la suddivisione delle prestazioni in riferimento alla natura del committente, applicando, in via generale, il metodo di tassazione all’origine per i privati e quello di tassazione a destino per i clienti che siano operatori IVA.

La riforma si manifesta dopo 17 anni dall’introduzione del “regime transitorio” degli scambi comunitari, voluto dalla Commissione europea per raggiungere gli obiettivi che il legislatore comunitario aveva posto sin dalle origini dell’IVA, cioè, con le prime due direttive dell’anno 1967 (dir. 67/227 e 67/228) e gli impatti sull’IVA nazionale sono molteplici.

Lo scopo, quindi, di quest’opera, aggiornata anche con i decreti 22 gennaio 2010 relativi ai nuovi modelli Intrastat è quello di aiutare gli operatori ad impadronirsi immediatamente dei nuovi meccanismi, abbandonando i “vecchi” (e complicati) schemi dell’art. 7 del d.P.R. 633/1972, nel testo vigente al 31 dicembre 2009.

Del resto conoscere la “nuova IVA” è oggi necessario, per poter seguire l’evoluzione ulteriore che, almeno nell’intenzione del legislatore europeo (cfr. art. 402 della dir. 2006/112), dovrebbe condurci finalmente al regime definitivo.